piedaesanzves: giugno 2011

venerdì 24 giugno 2011

Joe Ely: Satisfied at last


Tra il Texas e le coste di Sgrigna!!
L'asfalto è bollente, l'aria calda brucia la pelle del viso, gli occhi sono due fessure... sto cavalcando il mio cavallo di latta ma potrei essere da tutt'altra parte... le cuffiette dell'ipod stanno per esalare il loro ultimo respiro senza limiti di volume mi invadono delle note di The highway is my home, comincio a vedere dei cactus su via covignano e dei condor girarmi sopra quando decido di fermarmi al pozzo dissetante di Not that much is changed, serpenti di foglie mi attraversano la strada e vengo abbagliato da Satisfied at last le cui chitarre mi arrivano da destra e da manca creando delle piccole trombe d'aria sonore all'interno del mio cranio costretto nel casco. Attraverso un tranquillo ma vivace paese in festa attorniato da persone che si muovono al tempo di Mockingbird hill, il paesaggio si apre a dolci colline degradanti con i filari che si stanno riempiendo dell'uva che a settembre diventerà sangiovese e suona You can bet me gone,  la vista da qui è bellissima il mare, i monti e la collina, il vento si è fermato, e il silenzio viene riempito da Leo and Leona. Sono le 18 il sole è come un abbraccio caldo e sulla fisarmonica di Live forever mi lascio andare in folle giù per la discesa, la reggae-country Roll again mi vede dimenarmi sul sellino, senza piedi, senza mani... volooooooooo!!!! I am a man now è blues e richiede ancora un rombo di motore,  metto la seconda, riaccendo e mi infilo tra il tunnel naturale di alberi, perdo la percezione della vista per qualche attimo ma è bello perdersi per poi ritrovarsi, sono al semaforo e Circumstance è la ballad che ci vuole per concludere la cavalcata, mi accompagna fino a casa dove mi siedo all'ombra con birra e zighi.... Adoro Joe Ely!!! e pensare che solo fino a qualche anno fa il periodo estivo ci lasciava orfani di musica, ora fortunatamente i tempi sono cambiati e Joe con questo Satisfied at last, sembra aver ritrovato la quadratura del cerchio, un disco straordinario con tratti di Lloyd Maines e tutto quanto di buono si possa desiderare per questa estate appena iniziata... ah, il mio viaggio? sulla mia PX 150 dell'86!!!

Nota: Le Coste di Sgrigna (trad: ridarella) è una strada con tante curve e salite che attraversa le colline e collega Rimini a Verucchio, detta anche: il paradiso dei ciclisti!!!

mercoledì 22 giugno 2011

Dan Israel: Crosstown traveler


Quattro chiacchiere con Dan!!!
Vi sono alcune certezze nella vita di ognuno di noi, una delle mie è Dan Israel! Dan è uno che, come si dice dalle mie parti, mette poca acqua nel vino, Dan è una persona che riesce a mettermi a mio agio, è un vecchio amico che più o meno, una volta all’anno mi viene a trovare e tra una birra, una zighi e quattro chiacchiere... alla fine è come se non ci vedessimo dal giorno prima. E’ arrivato ieri, ci siamo seduti fuori in giardino quando il sole era già tramontato e l’aria era pregna di odore di mare e di profumo d’estate, dopo i primi convenevoli mi ha raccontato come prima cosa di sua figlia (I'd Never Make It Through) poi di una serie di sentimenti comuni presenti nel subconscio di ciascuno, della gioia, del dolore, di meraviglia, di tristezza, di angoscia, della morte e della depressione (No Closer To Home). Si è sfogato con me raccontandomi il tutto con il solito tono rassicurante accompagnato dalle sue melodie tra roots e pop, tra blues e rock con la sua chitarra e la sua voce, calma e rilassata. Con questo Crosstown traveler sono già 11 volte che passo a trovarti, mi dice, io gli chiedo se oltre Tom Petty, Neil Young, Elvis Costello questa volta abbia ascoltato anche Wilco e lui mi accenna subito I’ll get along. Ormai è notte fonda, Dan è un po’ stanco, lo incoraggio, e gli dico che la sua è una gran bella musica e racconta un mucchio di belle storie, quella musica e quelle storie di cui sento un gran bisogno... e come me anche tanti altri amici ai quali piaceranno di certo queste 10 incantevoli, semplici e preziose storie raccontate da un grande Artista! Grazie Dan torna presto a trovarmi... ah!!! dimenticavo!!! gli ho detto di venire a trovare tutti quanti voi...

martedì 21 giugno 2011

oggi...come 26 anni fa!!! Springsteen a Milano!


28 shots
21 giugno 1985, ore 5.00 partenza da Bologna destinazione Milano. Non so cosa mi aspetta, non sono mai stato ad un concerto di Springsteen, questa è la sua prima volta in Italia, questa è la prima volta che lo incontrerò! Internet era lungi da venire, di lui solo poche informazioni, un po’ di foto e qualche bootleg comprato impegnando copie di Alan Ford, Zagor e Capitan Miki! Era davvero quello che si diceva? uno spettacolo continuato di 4 ore? Una esplosione di suoni, energia ed emozioni?... Ore 9.00, giornata caldissima, la prima dell’estate, cancelli chiusi ma già assiepati di ragazzi che hanno passato la notte nei sacco a pelo attendendo l’apertura prevista per le 15.00! Non ho mai visto tanta gente, si parla di 80.000 forse di più attesi per il concerto, non ricordo niente dell’attesa, mi rimangono una bandiera americana con l’immagine dell’album Born in the U.S.A. e la maglietta commemorativa, i soldi risparmiati andando a mangiare in mensa per 15 giorni sono quasi finiti, rimangono giusto quelli per un panino e per il treno del ritorno. Ad una certa ora ecco aprirsi i cancelli, c’è la corsa al campo ma quando metto piede sul sacro terreno di San Siro sono già abbondantemente dietro la metà campo, resto li un po' e poi mi sposto in laterale... zighi dopo “zighi” si fanno le 19.00, la luce è ancora quella bella delle lunghe giornate primaverili, la sensazione è quella di essere ad un evento, il più importante della mia vita... aspetto Badlands come canzone iniziale perchè era quella con la quale aveva aperto i concerti del precedente tour... ma qui no, qui parte Born in the U.S.A.!!! Il cuore si ferma un attimo, bloccando stomaco e polmoni, non respiro... come pietra... lo vedo entrare sul palco, così come me lo ero immaginato.... così come mi sarei vestito io per i mesi a seguire, stivali, jeans, maglia con maniche strappate e bandana sulla fronte!!! L’onda di persone si muove verso il fronte del palco, uno tsunami umano che vorrebbe abbracciarlo tutto, incominciano con gli idranti sul pubblico e dritto allo stomaco la cassa ed il rullante mi dicono che è iniziato e che nulla cancellerà mai più quel momento. Badlands è la seconda, il cuore ha nel frattempo ha ripreso a battere e ora va ai 1000, ma ad ogni canzone si ferma per un attimo, tutto quello che pochi istanti prima era solo su carta, su vinile e nella mia mente ora è reale e quegli 80.000 non esistono più, siamo solo noi, io, Bruce Springsteen e la E-Street Band! 28 colpi ha sparato il boss quella magica notte e ho accusato altrettanti arresti cardiaci! Dopo quasi 4 ore di concerto ne vorrei ancora e ancora perchè all’appello ne mancano tante... sono praticamente sveglio dalle 9.00 del giorno precedente ma non me ne rendo conto e alle 9.00 del 22 giugno quando metto piede alla stazione di Rimini, dopo aver salutato Elena, la mia compagna di viaggio che scenderà a Fano, compro il giornale per rendermi conto se tutto quello che ho vissuto è realtà, scoprendo che è stato tutto vero e meraviglioso, mi avvio a piedi verso casa ma qualcosa quel 21 Giugno 1985 è cambiata, sono stato marchiato a vita da una magia che non tornerà mai più!



LA PLAYLIST
1. Born In The U.S.A. 2. Badlands 3. Out In The Street 4. Johnny 99 5. Atlantic City 6. The River 7. Working On The Highway 8. Trapped 9. Prove It All Night 10. Glory Days 11. The Promised Land 12. My Hometown 13. Thunder Road 14. Cover Me 15. Dancing In The Dark 16. Hungry Heart 17. Cadillac Ranch 18. Downbound Train 19. I'm On Fire 20. Because The Night 21. Backstreets 22. Rosalita (Come Out Tonight) 23. Can't Help Falling In Love 24. Born To Run 25. Bobby Jean 26. Ramrod 27. Twist And Shout/Do You Love Me 28. Rockin' All Over The World




giovedì 16 giugno 2011

White Denim: D


Texas forever...
Certo che la vita è strana, alla fine sa sempre di cosa abbiamo bisogno è che a volte la nostra richiesta e la sua proposta non arrivano proprio allo stesso momento e allora non accade niente. Quando c'erano i Phish, non avevo bisogno di loro anche se la vita mi mandava segnali, ora li ascolto, ma è un'altra cosa eppure avevo fatto grandi sforzi per ascoltarli... ma niente!!! Su Neil Young ho milioni di segnali ma non credo potrò mai ascoltare più di una canzone all'anno... sono così!!! Non cercavo White Denim, sono loro che hanno trovato me... e sono strani forte!!! Non è che impazzisca per le Jam Band, ma questi ragazzotti del texas vanno oltre a qualsiasi classificazione It's Him! sembrano gli Uncle Tupelo e i Violent Femmes insieme a Lynyrd Skynyrd. Burnished con le sue chitarre liquide vive in un mondo tutto suo sospesa tra i '60 e i '70 molto progressive! Anvil Everything mi ripcorda gli Who! In Street joy però c'è molto Neil Young ma potrebbe anche essere una Hit radiofonica per l'estate 2011 in River to consider ad esempio c'è il flauto di Ian Anderson, il ritmo di Paul Simon, quel modo di fare alla Dave Mattews e passaggi che odorano di Jeff Buckley così la prima volta che l'ho ascoltato sono rimasto incantato 5 minuti a guardare nel vuoto per quanto mi aveva sconvolto, stupito e sorpreso!!! Drug, a parte la durata, è progressive! Bess St. è rock ma anche jazz ma anche punk e poi è progressive!!! Is and Is and Is è stramaledettamente rock ci sono i Nirvana, i Pearl Jam rimescolati in una broda psichedelica. I ragazzi mi confondono e mi sorprendono, mi ubriacano con il loro caleidoscopio di suoni e cado in trance lisergico!!!! La country-jazz-pop-ballad finale Keys è la degna conclusione del disco più sorprendente che abbia ascoltato nel 2011! Un disco incredibile, continui cambi di ritmo, inclassificabile quanto inconsueto nella costruzione dei brani ma soprattutto di non facile ascolto! Il Texas mi sta regalando sensazioni incredibili, Band of Heathens, Dallas Mavericks e ora White Denim! Questo disco mi ha completamente spiazzato, ero impreparato a tanto ma credo che ci farò presto l'abitudine... anzi l'ho già fatta!!!

mercoledì 15 giugno 2011

Blackie & The Rodeo Kings: Kings and Queens



Un indimenticabile dopo cena...
Accogliere 14 presenze femminili nel mio salotto, visto i tempi che corrono, potrebbe apparire equivoco, ma questa sera ne avevo l’occasione e ho approfittato di queste incredibili 14 signore della musica che hanno cantato nel mio personalissimo dopocena. Sistemato il pupone davanti all’intera serie di Ben Ten Alien Force ho aperto iTunes e cliccato su Acquista (che resta sempre e comunque un bel momento) su Kings and Queens di Blackie & The Rodeo Kings! .....qualce istante di attesa.... ed ecco la prima invitata entrare nel mio salotto, il suo nome!? Lucinda Williams a duettare con Colin Linden in una deliziosa country-rock ballad intitolata If I Can`t Have You, più country oriented è l’incalzante Another Free Woman con Sara Watkins! Scanzonata e appena uscita da un Wulitzer del ’56 è Got You Covered con Rosanne Cash... mi sto divertendo, la serata promette già mooolto bene quando arriva la prima vera sorpresa, Amy Helm (Ollabelle) con I`m Still Lovin` You, un gioiellino! me ne innamoro al primo ascolto e la metto il loop per 4 volte. Anche se ultimamente mi ha un po’ deluso, l’attesa dell’arrivo di Cassandra Wilson mi mette comunque addosso una certa curiosità, Golden Sorrows è lenta ed avvolgente e la sua voce è ancora più profonda e vellutata del solito. Shelter Me con Patti Scialfa e maledettamente blues con pennellate gospel, molto sensuale... la seratina incomincia a farsi musicalmente piccante.... Pam Tillis con My Town Has Moved Aways, soffoca alquanto gli ardori riportando il tono musicale su un cattedrattico country Nashville style mentre  l’ingresso di Janiva Magness mi suscita una irrefrenabile voglia di ballare, How Come You Treat Me So Bad? è un rock’n’roll trascinante. Emmylou Harris è sempre la stessa, elegante e raffinata come la splendida ballatona Step Away è qui a testimoniare! Ma che sorpresa!? ma guarda chi si vede... Mary Margaret O`Hara (un solo disco all’attivo “Miss America” del 1988 ed una colonna sonora) è tra le predilette di Blackie, "è andato bene il viaggio dal Canada?" mi viene naturale chiederglielo e lei mi risponde con un Heart A Mine con l’accento molto più vicino a quello di Nashville che a quello di Toronto! Con lo stesso aereo è arrivata anche la raffinatissima Holly Cole che con Brave mi porta in regalo tante emozioni. La serata volge al termine ma qui continuano ad arrivare ospiti Exene Cervenka è una vera sorpresa, la cantante degli X (band indicata da Springsteen tra le sue preferite in una delle intervista degli '80) si cimenta lontano dai territori musicali ai quali l’avevo lasciata e Made of Love è proprio vicina a tutto quello di cui avevo bisogno! Sam Phillips è sempre la stessa, Love Lay Me Down è calma, tranquilla...senza particolari sussulti!!! L’ultima ad arrivare è Serena Ryder, sempre da Toronto, Black Sheep è una gran bella canzone a degna conclusione di una splendida serata. Grazie anche al gruppo (Colin Linden, Stephen Fearing and Tom Wilson) che ha suonato per me, devo dire assai bene, country, folk, blues, r’n’r, tanti assoli e tante belle canzoni per una di quelle serate che vorrei poter ripetere più spesso! Il concetto di "conversazione" che i nostri volevano far passare con il disco è perfettamente riuscito... ah! la prossima volta... qualcuno si ricordi di portare del vino!! Thanks!!!

giovedì 9 giugno 2011

Il coccodrillo pescatore


C’era una volta un coccodrillo che andava a pescare i pesci ma con la canna da pesca perché non sapeva pescare con la bocca. Ma un giorno andò a scuola di pesca per coccodrilli e lì imparò a pescare con la bocca e tornò a pescare felice e contento!

Federico Guerra

mercoledì 8 giugno 2011

Tedeschi Trucks Band: Revelator


Il bianco ed il nero!
Ike and Tina... ecco chi mi viene in mente! Però Bianchi! Dereck Trucks e Susan Tedeschi, oltre che nella vita, ora si sono uniti anche in un matrimonio musicale, Susan canta come non mai, la band (9 elementi + Derek) suona meravigliosamente e il risultato mi esalta! Tanto soul, una buona dose di blues, un pizzico di gospel e mettiamoci anche del R&B, il tutto immerso in una buona tradizione di "Americana". Mettiamo che la giornata sia la prima con un po' di sole da 5 giorni, mettiamo anche che le vacanze si avvicinano, mettiamo anche che lo stavo aspettando... beh mi viene voglia di un'amaca, una bibita e posizionare il cervello in stand-by, l'unica energia che riesco a sprigionare è quella del pollice sul tastino UP del volume dell'iPod perchè quando si libra la chitarra di Derek Trucks (in certi passaggi molto Pat Metheny style) mi libro anch'io nel vuoto della mia più totale apatia. Un disco d'altri tempi che trova ispirazione nelle radici della musica americana indistintamente bianche e nere che siano (come i Pokemon) molto ricco di particolari e curato alla perfezione! Mi sento come su di uno scivolo di Aquafan, lo affronto, ne assecondo le curve, sento il beneficio dell'acqua fredda sul corpo arrostito dal sole,  tenego il fiato fino in fondo, fino al tuffo nella grande piscina della musica.

venerdì 3 giugno 2011

Seasick Steve: You Can’t Teach An Old Dog New Tricks


"Tazzato" di Blues
Eccomi qui, con lo sguardo perso nel vuoto e le cuffie a pensare a quello che sono... Io faccio la spesa al supermercato, ho l'abbonamento a SKY,  ho una casa accogliente, ho il calore di una famiglia, ho un letto in cui dormire, compro on-line,  ho una carta di credito a disposizione, ho un lavoro, ho tutto il necessario per vivere bene e anche tanto di superfluo, ho anche una chitarra a 6 corde ma provo una profonda invidia per Seasick Steve che non ha mai avuto niente di tutto questo e possiede una chitarra a 3 corde con la quale compie prodigi. Non riuscirei mai a vivere per strada come ha fatto lui, scappato da casa nel 1954 all'età di 13 anni, è vero che lo ha fatto per fuggire dai continui abusi a cui era sottoposto... ma questo non lo ha reso un looser, lo ha reso forte, di una forza che viene da dentro e che è sfociata in un talento immenso ed una energia che ha convogliato tutta sulla musica. Ascoltarlo suonare mi risveglia impulsi ancestrali, è una musica che mi prende alla pancia che mi attorciglia le budella e che che implode dentro. È qualcosa che travalica il blues, è una musica che mi provoca brividi e convulsioni,  è una broda primordial-musicale che probabilmente esisteva all'inizio della vita insieme al primo organismo monocellulare, è una musica scaturita dal big-bang che è rimasta nella composizione cromosomica del DNA, so che Gil Grissom potrebbe scovarla e sintetizzarla ma è molto più facile berla direttamente dal calice che Beard Steve mi porge al quale mi voglio abbeverare senza ritegno fino ad ubriacarmi della sua musica...

Mario Calabresi: Cosa tiene accese le stelle


Ahhhh! Sto meglio! Dopo essermi letto tutto d’un fiato il libro di Mario Calabresi mi è tornata la speranza!!! Delizioso spaccato dell’italia degli ultimi 50 anni raccontato da chi ha fatto una parte di storia, quella più nascosta, quella più preziosa dall’arrivo della lavatrice e del frigorifero, che hanno cambiato la vita degli italiani, fino alla conquista di marte... un delicato quadro dipinto dalla bella penna del direttore de La Stampa che, prendendo spunto dalle tante lettere disperate arrivate alla sua redazione, ci parla di spazi da riconquistare, apre alla speranza nel futuro e invita tutti a crederci. Per testimoniare questo ha parlato con chi ha creduto in un futuro ed ha realizzato il suo sogno. Da Franca Valeri alla bimba musulmana di 13 anni, da Veronesi a Jovanotti passando per Grom e la sua stessa esperienza, storie di vita che hanno lasciato un segno, quello di dare credito alla speranza, di poter dire con convinzione a me stesso e a mio figlio che vale la pena!

mercoledì 1 giugno 2011

The Wave Pictures: Beer in the Breakers



Ho ritrovato il fanciullino che è in me...
A volte ho bisogno di certezze, un po' come Linus con la sua coperta e allora mi rifugio, come facevo da piccolo nascondendomi dentro l'armadio dei miei genitori, in suoni, odori e sapori che riescono a ricrearmi quel rifugio protetto e sicuro. L'undicesimo disco dei The Wave Pictures è una di quelle cose che ricrea quell'atmosfera, come il Brandy dall'etichetta nera! Nessuna novità, nessun sussulto ma Beer in the Breakers riesce a ricreare misteriosamente quel bozzolo al cui interno mi sento come se non possa accadermi nulla di male! Il mistero ho scoperto, sta nella varietà musicale proposta da questi ragazzi inglesi, che svaria nel sound dell'ultimo quarto di secolo passato. jazz, blues, garage, folk inglese e sonorità d'oltre oceano dei primi '80... ma quello che mi fa impazzire sono i  tanti assoli che riescono ad infilare dentro i brani , quelli che solitamente mancano in tanti dischi di studio e che invece trovano spazio nei live! ecco... quando penso... qui ci starebbe bene un assolo... beh ecco che arriva!!! una serie di piccoli orgasmi musicali ravvicinati incastrati in ballate, r'n'r e folk songs. Quello che adoro è come raccontano le cose... mi sembra di sentir parlare un bimbo di 5 anni, piccole semplici storie narrate su un tappeto musicale che entra sotto la pelle immediatamente. Le loro canzoni mi suscitano continui flash a volte sento i Doors, a volte i Television, a volte gli Smiths, altre i Belle and Sebastian ma poi li riascolto e cambiano, si mischiano si confondono e poi mi perdo tra scatole di scarpe, cappotti, parrucche, sciarpe e cravatte ...e ritorno bambino!