piedaesanzves: ottobre 2011

venerdì 7 ottobre 2011

Musikanto - Sky Of Dresses


Autumn breeze
La chimica che porta ad innamorarsi di un disco credo sia la stessa che porta ad innamorarsi di una donna... certo è che se mi innamorassi di donne con la stessa frequenza con la quale mi innamoro dei dischi mia moglie non ne sarebbe per niente felice, fortunatamente le “cotte” sono solamente musicali ed in questo ultimo periodo ne ho avute veramente tante! L’ultima in ordine cronologico è per Musikanto! mi rendo conto che ultimamente vengo attirato dalle cose semplici, complice forse l'età e l'avvicinarsi dell'autunno... si perché questa musica è di quella che mi suscita voglia di casa, ora che le giornate si accorciano e l'aria diventa umida non trovo niente di più bello che rifugiarmi sul "carpet" avvolto in un morbido pile a riscaldarsi con la musica! Il disco è un contino susseguirsi di sorprese, di aperture e di illuminazioni, mi sento come all'esplorazione di un casale di campagna dove ogni stanza riserva una sorpresa, Blues for Momma è il portico in legno antistante all'ingresso, scricchiolante e con una sedia a dondolo dove cullarsi. Take What You Need è l'ingresso, accogliente con un grande tavolo ed una vetrata che si affaccia sulla vigna sottostante. Every Which Way mi conduce davanti ad una persiana che viene spalancata e richiusa dal vento lasciando intravvedere scorci di una vallata di una bellezza da togliere il respiro che conduce la vista fino al mare. The Ballad of Two Vultures mi porta in una camera dalle pareti colorate di rosa o di arancione a seconda di come vengono sfiorate dalla luce. Awful Mind sono tanti particolari, una mattonella di cotto che si muove, le travi di legno sopra di me e le decine di oggetti e libri dai quali sono circondato in quello che sembra essere un soggiorno fresco e luminoso. La luce fioca di Colors in the Grey crea un particolare gioco di ombre in una delle camere della casa dove mi viene da sdraiarmi sul letto e soffermarmi a fissare il soffitto con la mente completamente sgombra da qualsiasi pensiero. Byzantine è una poltrona di pelle soffice ed avvolgente con un libro aperto appoggiato sopra la seduta, chiudo gli occhi un momento e mi lascio trasportare dalla musica che fluisce calda e copiosa. My Heart Won't Bleed Anymore ha l'odore acre della legna bruciata, sono in una cucina che mi ricorda quella di mia nonna, la stufa economica e la legna accatastata in un angolo. Con Sky of Dresses esco da una porta a vetri che conduce sul retro della casa,  respiro a pieni polmoni l'aria pregna di odore di erba appena tagliata, disorientato ed incapace di capire se si tratta di una sera di primavera o d'autunno. False Wind è polverosa come una soffitta dal tetto basso e spiovente, ricca di ricordi, di cose dimenticate e di altre da buttare anche se non si avrà mai il coraggio di farlo. The Waiting Room mi trova a uscire nuovamente sul portico scricchiolante e mi lascia il tempo per cullarmi sulla sedia a dondolo, i piedi appoggiati alla balaustra e pieno di pace, serenità e riconoscenza per quanta buona musica e buone sensazioni mi abbia offerto questo Sky Of Dresses!

giovedì 6 ottobre 2011

Stay hungry, stay foolish!!


Volevo scrivere qualcosa... ma non ci sono riuscito... perchè il solo guardare il monitor del mio iMac mi ricorda lui, mandare un messaggio dal mio iPhone mi ricorda lui, ascoltare musica dal mio iPod mi ricorda ancora lui e fare la mia trasmissione con il mio MacBook mi ricorda sempre ed ancora lui. Steve Jobs l’ho sempre visto come un fratello più grande che ha saputo dare forma ai miei sogni e ai miei desideri, ora mi mancherà terribilmente, mi sento scemo, ma faccio fatica a smettere di piangere... grazie Steve!

mercoledì 5 ottobre 2011

The Horrible Crows - Elsie


Mea culpa...
Allora... potrei dire "capolavoro", "il nuovo Springsteen è tra noi", unirmi ai cori unanimi che inneggiano questo Elsie ma non ce la faccio proprio così, per la terza volta lo rimetto daccapo... per riascoltarlo, per convincermi che sbaglio. Tutti ne dicono un gran bene... mi ripeto che ci deve essere qualcosa che mi sfugge, qualcosa che non riesco a cogliere, mi resetto e mi predispongo per il quarto ascolto, libero da preconcetti, lasciando che la musica venga a me e mi innondi, senza ostacoli e barriere... salto Last rites e riparto da Sugar. Song ruffiana ma già sentita, la facevano gli U2 neglii anni ’80, suadente ma scontata. La nostalgica Behold The Hurricane rievoca coretti che da qualche anno si odono ai concerti di Springsteen, un richiamo per allodole, riff, bridge e chorus sono quelli scontatamente giusti... Bu-bu-settete o meglio... si potrebbe dire Bob-Bob-Marley!!!  il simil reggae di I Witnessed a Crime è irritante per quanto sia finto!!! Costruzione simile alla precedente (solito bridge, solito schema)! Poi il solito coretto finale alla So lonely di Police!!! Go tell everybody mi è indifferente per costruzione e melodia potrebbe essere una delle centinaia di canzoni degli ultimi 40 anni! Cherry Blossom si trascina lenta, languida e pallosa regalandomi un sussulto ma solo per un inatteso cambio di tono di voce... Ladykiller mi ricorda ancora U2 ma senza pathos, senza un’anima così come Crush che prende la sua ispirazione da tante cose già sentite, anche la voce mi risulta forzatamente roca e i coretti terribilmente commerciali! Mary Ann è l’unica song che mi colpisce, rimane in bilico tra rock e soul e mi lascia buone vibrazioni. L’atmosfera torna a farsi grigia con Black Betty & the Moon che mi riporta alla mente le cose peggiori di Springsteen mentre Blood Loss la dimentico appena il lettore passa alla traccia successiva e nonchè ultima I Believe Jesus Brought Us Together dove torna a far capolino l’ombra di U2 e alla loro ombra la canzone resta... Io ce l’ho messa tutta ma Elsie non mi ha acceso quella scintilla. Non so che dire, non riesco a vedere in questo disco la magia decantata da tanti sulla carta e sulla rete, quello che mi viene da pensare è che sia sbagliato io!!! Il disco è ben fatto, la confezione perfetta, i suoni sono quelli giusti, anche la voce, i cori... eppure mi lascia un senso di vuoto, di sintetico, di falso, un disco senza un’anima, senza un’impronta... una menzione particolare invece per i testi: Brian Fallon mi ha fatto entrare nella sua vita, con le sue storie tormentate e credo e spero, maledettamente vere. Una grande penna, questo glielo devo riconoscere, non gli affibbio pesanti eredità (tutti cercano il nuovo Springsteen e vedono in lui uno dei candidati) aspetto e spero che il talento espresso per la scrittura riesca a fargli trovare idee fresche e personali anche dal punto di vista musicale.
Del resto dopo la primavera (Springsteen), passata l'estate, arriva l'autunno (Fallon)!!! (ops!)